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Vanessa Gravina e il lato oscuro di una famiglia perbene - CORRIERE DELLA SERA 2/3/25

Immagine del redattore: Teatro La ContradaTeatro La Contrada

Vanessa Gravina nei panni di Claudia nello spettacolo Pazza produzione Teatro La Contrada, nella foto in bianco e nero con viso chinato e una vestaglia cammina nella scenografia
L'attrice protagonista a teatro di «Pazza», dramma di Tom Topor che esplora i segreti di una famiglia borghese e affronta il tema della violenza sulle donne

di Emilia Costantini


«Claudia è una donna libera, però costretta a una condizione di schiavitù e a pagare il prezzo del silenzio». Vanessa Gravina è Pazza, la protagonista della pièce di Tom Topor che dopo il debutto allo Stabile di Trieste-Teatro Bobbio sarà al Duse di Bologna (7-9 marzo) e poi in tournèe, con la regia e l’adattamento di Fabrizio Coniglio.

Claudia Draper, una squillo di lusso, viene accusata dell’omicidio di un anziano cliente e rischia venticinque anni di carcere. Pur di salvarla, la sua ricca famiglia si affida a un valente legale, per farla dichiarare incapace di intendere e di volere, facendola internare in un istituto di psichiatria dal quale potrà uscire dopo pochi anni.


Ma Claudia riesce a sbarazzarsi del legale, pagato dai genitori, e viene affidata a un avvocato d’ufficio Aaron Levinsky (Nicola Rignanese), il quale intuisce, dietro il contegno ostico dell’indesiderata cliente, un’intelligenza acuta e la capacità di collaborare alla propria difesa.

«È una donna coraggiosa — riprende l’attrice — e vuole dimostrare a tutti di essere perfettamente sana di mente. Non vuole essere considerata pazza e si sottopone a un processo per un reato commesso. Lo fa per svelare, con disperata causticità, lo scabroso entroterra familiare dove è maturata la sua squallida scelta di vita e le intollerabili pretese del cliente che hanno scatenato la sua micidiale reazione di difesa».


Il testo risale agli anni ‘80 e la prima volta andò in scena a Broadway, per poi essere riproposto al cinema dallo stesso Topor, in una fortunata versione che vide Barbra Streisand nei panni della protagonista.

«È una vicenda di attualità sconcertante — sottolinea Gravina —. In un periodo storico in cui la violenza sulle donne è in preoccupante aumento nel nostro Paese, cercheremo di entrare dentro i segreti di una famiglia borghese. Quante volte, dopo un caso di abuso tra le mura domestiche, abbiamo sentito dire, da parte di conoscenti o testimoni, la frase: sembrava una famiglia normale».


Lo spettatore verrà dunque coinvolto in un viaggio oscuro all’interno di un comune contesto familiare di oggi: sarà accompagnato verso l’apparente normalità di una famiglia italiana cosiddetta «per bene». «Un vero e proprio thriller, e il finale — conclude la protagonista — non è scontato». 


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