Era il 1966 quando la siciliana Franca Viola si rifiutò di sposare colui che l'aveva rapita e stuprata. Si oppose insomma al matrimonio riparatore, usanza abolita soltanto nel 1981, diventando un simbolo dell'emancipazione delle donne italiane. Dalla sua vicenda, prende spunto il libro di Viola Ardone "Oliva Denaro" (Einaudi), alla base dello spettacolo teatrale che approda domani, alle 20.45, al Verdi di Gorizia, e poi da giovedì a domenica a Trieste al Bobbio per la stagione della Contrada, sempre alle 20.30, tranne che la domenica quando il sipario si alzerà alle 16.30. La protagonista è Ambra Angiolini, che ha collaborato alla drammaturgia con il regista Giorgio Gallione.
Quando nasce l'idea di portare "Oliva Denaro" in teatro?
«Parecchio tempo fa, dal libro di Viola Ardone che avevo letto quando non era stato nemmeno pubblicato: avrei dovuto presentarlo a un evento importante, a cui non ho poi potuto partecipare. La voglia di far conoscere il più possibile questa storia, però, era rimasta. Quindi, ho saputo che Giorgio Gallione ne aveva preso i diritti: è uno dei registi con cui lavoro di più e anni fa mi ha portato a cominciare il mio percorso teatrale con un monologo di Stefano Benni. È così che il progetto si è concretizzato».
Cosa l'ha convinta a prender parte allo spettacolo?
«Riguarda la storia di noi donne proprio attraverso una donna che diventa, anche involontariamente, un'eroina, grazie al valore di un no. La storia di Franca Viola, in ogni caso, non è quella di Oliva Denaro, ma la ricorda molto».
Lei ha collaborato alla drammaturgia con Giorgio Gallione.
«Sì, e sono felicissima di questa collaborazione che Giorgio mi ha permesso: non tutti i registi hanno voglia di aprirsi a un confronto così bello e formativo per un'attrice che, come me, ha ogni giorno il desiderio di scoprire la matrioska che è il mio lavoro. E io amo il mio mestiere in ogni aspetto. Quindi, si porterà sul palcoscenico "Oliva Denaro" cercando assolutamente di non impoverire il libro e attribuendo alla storia il massimo rispetto».
È una trasposizione fedele del libro?
«Soltanto nel finale ho chiesto a Giorgio Gallione la possibilità di inserire parole tratte da qualche intervista di Franca Viola. Nella conclusione un po' a sorpresa dello spettacolo sentivo infatti il bisogno di una parte di "verità legale", di qualcosa che fosse accaduto davvero. Ci siamo allora concessi una variazione rispetto al libro. Proprio il finale, assieme forse all'inizio, è il momento più sorprendente della rappresentazione».
La tournée di "Oliva Denaro" è partita da Saronno il 18 gennaio. Le prime reazioni?
«Amo molto raccontare al pubblico questa storia. E il dopo spettacolo dura più della rappresentazione: in camerino vengo inondata da persone che hanno voglia di parlarne, di abbracciarmi. È un segnale molto positivo che va al di là degli applausi».
Lei a Trieste ha girato la fiction "Il silenzio dell'acqua" con Giorgio Pasotti.
«Sì, conosco bene Trieste e a quella serie sono molto legata. Mi ha lasciato il ricordo di una città di confine, come sono io: ha dentro tutte le contraddizioni che generano qualcosa che prima non esisteva. Sono sempre felice quando posso trascorrere qualche giorno a Trieste».
Lei non è quindi esente da contraddizioni?
«Ne ho eccome e le ringrazio tutte: mi tengono in piedi. Da quei crash apparenti nascono sempre pensieri che sistemano, incollano e danno la freschezza a ogni cosa, la possibilità di rigenerarsi che io cerco in tutto quel che faccio».
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